Walter Musillo su bocciatura emendamento Turco ex bonifiche
Basta. Basta con la propaganda e lo sfruttamento delle piaghe di Taranto per farsi campagna elettorale. È immorale chiedere alla città di scegliere tra salute e lavoro, ma è immorale anche far credere che esista verginità politica in chi per decreto o per annunci strappa voti ha in realtà consegnato a Taranto e a quello stabilimento siderurgico altri anni di agonia. Mi riferisco al PD e alla innaturale alleanza con il Movimento 5 Stelle che dopo anni di réclame è scesa a patti con il partito che da sempre ha garantito la continuità produttiva di quell’impianto nonostante le sentenze europee e quelle della magistratura italiana.
Non possiamo più accettare la falsa promessa di occuparsi seriamente della vicenda, quando in realtà in tutti questi anni sull’acciaieria e i suoi effetti sulla salute e sull’occupazione, si è fatta solo campagna elettorale e il palinsesto di centinaia di TV. La dimostrazione plastica di tutto ciò si ha dalle stesse parole del senatore dem Stefano Collina (PD), capogruppo della Commissione Industria del Senato che avrebbe di fatto bocciato l’emendamento del senatore grillino Mario Turco.
Dice infatti: «che dietro la “scelta di votare a favore” c’era “solo la volontà di non rompere una alleanza politica che sul territorio tarantino sostiene un candidato a sindaco… l’input che avevo dalla capogruppo e dal partito era di votare contro l’emendamento”, ma ho scelto di votare a favore per non spaccare un fronte, convinto che l’emendamento, come poi è avvenuto, sarebbe stato bocciato». Insomma continue pantomime utili poi per fare campagna elettorale usando ancora falsità. Anche perché lo scippo dei 150 milioni non ci sarebbe stato. I soldi arriveranno a Taranto comunque e serviranno proprio al Piano Ambientale così come previsto dal decreto del 2015 che vincolava l’utilizzo dei fondi frutto del sequestro alla famiglia Riva proprio al Piano Ambientale e al Risanamento Sanitario.
Val la pena anche ricordare inoltre, che al trasferimento di 150 milioni ai commissari di ILVA per la bonifica delle aree inquinate, sarebbe dovuta precedere una dettagliata opera di progettazione e formazione adeguata per il reale reimpiego del personale in Amministrazione Straordinaria che al momento resta soltanto una dichiarazione d’intenti. Non a caso in tutti questi mesi gli operai in ILVA in AS, malgrado le ingenti somme già a disposizione dei Commissari ex ILVA, sono stati impiegati sempre poco e male. Insomma la solita manfrina che fa leva sul dramma di Taranto ma che di fatto serve solo alla produzione di copiosa comunicazione stampa e per armare la propaganda in campagna elettorale e assicurare le poltrone ai soliti. Nulla di vero. Nulla di reale.
Sono convinto pertanto che si debba andare verso una nuova stagione di rigore e verità, ma anche atti concreti, in nome delle vittime e in nome dell’aspettativa di futuro di una intera comunità. Per questo oltre al resoconto puntuale delle attività già resa sul fronte della bonifica interna all’ex ILVA, sarebbe interessante chiedere a che punto sono le bonifiche esterne e quella del Mar Piccolo in particolare, a che punto è la nomina del nuovo commissario per le bonifiche al posto del Prefetto Demetrio Martino, a che punto è il concorso per l’assunzione del personale nel dipartimento ARPA di Taranto, e con quali risorse e con quali tempi l’attesa decarbonizzazione sarà messa in atto.