San Cataldo, Perrini (FdI): serve un organismo ad hoc che pianifichi organigrammi e servizi

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ALTRIMENTI L’OSPEDALE NON RIAPRIRÀ PRIMA DI 2/3 ANNI

“I 105 milioni ci sono, finalmente.

Le firme all’Accordo di Programma sono state messe sia dal MEF e sia dalla Regione Puglia. Il cantiere sta per essere consegnato e alcune gare per arredi e macchinari sono state anche fatte e assegnate…

E, allora, molti si illudono che manca poco all’apertura – quella vera, non elettorale – del San Cataldo, ma non è così. Non solo perché fra il Dipartimento alla Salute della Regione e la ASL di Taranto continua una corrispondenza di continue richieste di documenti, per molti versi davvero incomprensibili, ma anche perché se non si organizza tutto quello che concerne il trasferimento degli operatori sanitari nel dettaglio e i servizi connessi, comprese le mense ci vorranno almeno altri 2/3 anni perché il paziente zero possa essere ricoverato nel nuovo ospedale.

“Per questo sarebbe opportuno che ci fosse una struttura ad hoc che si occupi di questo a tempo pieno, un’idea che ho avuto modo di proporre anche all’assessore alla Sanità, Palese, che concorda con me sulle lungaggini che un procedimento cos? complesso richiede e come per velocizzarle sarebbe davvero opportuno insediare un nuovo comitato ad hoc.

In spirito di collaborazione, infine, ho suggerito all’assessore Palese di potenziare il Moscati come polo oncologico, per non disperdere tutti i finanziamenti finora utilizzati per dotare l’ospedale di macchinari diagnostici moderni. Sarebbe assurdo che la costruzione del san Cataldo possa significare la chiusura del Moscati… oltre al danno la beffa.”