Intervista all’infettivologo Angelo Raffaele Chimienti, medico all’ospedale Covid Moscati di Taranto

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Medici, infermieri e Oss sono i veri eroi della battaglia contro il nemico invisibile che sta stravolgendo il mondo.
Il personale sanitario dell’ospedale Covid Moscati di Taranto si è mostrato all’altezza dell’impegno nella lotta contro il coronavirus, tra turni massacranti, ferie cancellate e scelte difficili.

Tutti i giorni indossano la mascherina, il camice bianco protettivo e gli occhiali, i Dpi ovvero i dispositivi di protezione individuali, tutto ciò che possa proteggerli dal contagio, ma che allo stesso tempo da quella forza necessaria per affrontare quello che nessuno avrebbe mai immaginato di dover fronteggiare.

Il dr. Angelo Raffaele Chimienti del reparto malattie infettive dell’ospedale Covid Moscati di Taranto ci porta la sua testimonianza “Tutte la mattine si va al lavoro con la speranza che non ci siano altri ricoveri di contagiati, e con l’impegno di curare adeguatamente quelli ricoverati. Posso affermare che al lavoro di routine si aggiunge questa responsabilità di sostenere e curare i pazienti infetti da covid-19. Spesso in caso di emergenza effettuamo turni suplementari in appoggio ad altri colleghi per garantire il massimo delle prestazioni.”

E’ cambiato il vostro modo di lavorare? Qual è il rapporto con i pazienti ed i loro parenti?
“In questo periodo il tipo di lavoro è cambiato completamente, perché tutti gli schemi usuali sono saltati; diamo precedenza all’assistenza di questi pazienti che hanno delle problematiche completamente diverse da quelle usuali cominciando dall’approccio della visita, alle terapie, anche alla cura della persona e quindi tutto ciò ci “complica” la vita, per il fatto di doversi proteggere per evitare le infezioni.
Il lavoro mattutino, una visita che di solito si conclude in due tre ore in queste situazioni, anche se con pazienti numericamente inferiori, però la durata del giro delle visite è molto più lunga perché bisogna considerare non solo l’approccio normale, ma anche i tempi e le modalità di vestizione per quanto riguarda le tute protettive.
L’approccio con i parenti è completamente diverso perchè noi li sentiamo esclusivamente per via telefonica e quindi dobbiamo fare da tramite tra i parenti ed i pazienti soprattutto per quanto riguarda la comunicazione delle condizioni generali.”

Quindi in reparto siete forniti di tutti i dispositivi che bisogna adottare in questa emergenza?

“I dispositivi ci sono… Abbiamo la possibilità di avere un approccio migliore con i pazienti, l’importante è saperli usare e soprattutto evitare anche lo spreco di materiale che può essere utile anche altre persone. Il materiale c’è, giorno per giorno, quando sta per finire facciamo la richiesta di altro materiale per essere sempre protetti.”

Dr. Chimienti, ci dica quali sono i suoi pensieri futuri per questa emergenza sanitaria?
E’ difficile dirlo in questo momento, i presupposti per un miglioramento ci sono però, trattandosi di una malattia nuova, che noi non conosciamo completamente, può essere pure che ci riserva delle sorprese. In questo momento possiamo dire che c’è una certa forma di ottimismo perché si prevede che nei prossimi giorni ci sia una forte attenuazione dell’ondata epidemica, anche se tutte le sorprese sono sempre possibili.

Anche in questa lieve forma di ottimismo, permane sempre e comunque la necessità di mantenere il distanziamento sociale, che attualmente viene praticato poichè al momento siamo in attesa di avere un vaccino.
Quindi più la gente collaborerà in questa maniera e più avremo la possibilità nel prossimo futuro di combattere questa malattia.

Fabio Ligonzo