BAIA DEL PESCATORE : LA NECESSITA’ DELLO SGOMBERO E LE PREOCCUPAZIONI DEL CONSIGLIERE ANGELO DI LENA

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La vicenda della richiesta sgombero dei natanti dalla baia del pescatore aveva nei giorni scorsi provocato malumore e preoccupazione da parte della cittadinanza pulsanese.
Ma il mistero appare ormai chiarito come spiega il consigliere Di Lena interessatosi al problema, in prima persona, con la proposizione di un accesso agli atti.
“Il mistero della richiesta di sgombero dei natanti dalla Baia del pescatore si è finalmente chiarito con il mio accesso agli atti. Nei giorni scorsi, il 24.08. 2018, da parte della capitaneria di porto di Taranto, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è stato fatto un sopralluogo alla Baia del pescatore con il quale sono stati presi dei provvedimenti. In particolare il personale militare dipendente della capitaneria recatosi presso la zona della Baia del pescatore e precisamente sul tratto di arenile prospiciente lo specchio acqua appartenente al pubblico demanio in seguito a sopralluogo ha rilevato una serie di pericoli per l’incolumità dei bagnanti a causa della presenza delle barche. E’ stata rilevata, inoltre, la abusiva occupazione demaniale e dello specchio acqua dei natanti ed altre irregolarità. Questo è in sostanza la risultanza del mio accesso agli atti fatto nell’interesse di tutte le parti in particolare dei Pescatori, dei proprietari dei natanti e dei bagnanti stessi. Ora prendo atto del fatto che questa è una situazione ormai che si protrae nel tempo e che fino ad oggi nessuno aveva mai fatto rilevare questo problema, ma credo che proprio per questo sia necessario un ragionevole modo di procedere nella risoluzione del problema venendo incontro a tutte le parti in tempi più ragionevoli di quelli previsti dallo sgombero stesso. Per quanto sia corretto il fatto che non si devono occupare arie demaniali e specchi di acqua marina da parte di natanti, ritengo, comunque, necessario dare a queste persone proprietarie delle barche un certo tempo per poter sgomberare tutte le loro attrezzature e trovare un nuovo ricovero. Penso, altresì, a quelle persone che vivono della pesca. D’altro canto anche i bagnanti hanno diritto a immergersi in acque sicure con apposito servizio di salvataggio. Occorre trovare, quindi, soluzioni che vadano incontro a tute le parti e siano nell’interesse di tutti. Mi impegno in prima persona a fornire il mio apporto.