FRA POCO CHIUDERANNO LE CARCERI(DA MARGINALMENTE)

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Un governo di sinistra senza vergogna ha dato l’ultimo schiaffo agli italiani e alla decenza istituzionale. A elezioni compiute, con Camere chiuse, con governo in prorogatio e alla vigilia dell’insediamento di Parlamento e (forse) del nuovo governo, il defunto governo Gentiloni pugnala alle spalle gli italiani onesti varando una riforma carceraria che ha come unico scopo quello di mettere fuori dalle sbarre la immensa massa di delinquenti che appesta questo Paese. Come se non bastassero le mille indulgenze e i decreti “svuota-carceri”. Forse vorrebbero proprio chiudere le carceri come fu fatto per i manicomi. I cittadini? Si arrangiassero, ma senza reagire alle aggressioni se no…

Le commissioni parlamentari avevano varato modifiche che, però – in perfetto stile Pd renziano – non sono state recepite dal governo Gentiloni. Avanti di corsa verso il baratro: dell’Italia o, come le elezioni hanno dimostrato, del Pd e di tutta la sinistra. Ovviamente, centrodestra e M5s alzano la voce e assicurano la cancellazione di un provvedimento che rende un miraggio sia la carcerazione dei malviventi, sia la cosiddetta certezza della pena (“cosiddetta” perché in Italia non esiste già da tempo).

In pratica, i detenuti che hanno ancora quattro anni da scontare, se ne vanno fuori ai servizi sociali. Esclusi solo mafiosi da 41 bis e terroristi (esigua minoranza); invece via libera a stupratori, rapinatori, accoltellatori, ecc. Credo che prima o poi ai semplici ladri daranno un premio in danaro. Sulla concessione del nuovo beneficio deciderà un giudice. Indovinate che pacchia!

A PROPOSITO DI GIUDICI

A proposito di giudici e magistrati. E’ passata quasi sotto silenzio la notizia che l’Anm (Associazione Nazionale Magistrati) e il Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) hanno bloccato la temeraria iniziativa di cinque procuratori della Repubblica che avevano dato vita a un non meglio precisato coordinamento fra Procure anche con incontri periodici. Si tratta delle Procure di Torino (Spataro), Milano (Greco, quello di Mani Pulite), Roma (Pignatone), Napoli (Melillo) e Palermo (Lo Voi). L’iniziativa, realizzata con una chat riservata, poteva avere anche nobili intendimenti, ma avrebbe potuto sfociare in una sorta di “partito delle toghe” con influenze sulla politica. Certo è che Anm e Csm l’hanno vista come uno scavalcamento delle loro prerogative e una sostanziale delegittimazione.

Da giornalista non posso dimenticare quanto rivelato anni fa dal giornalista Giampaolo Pansa, ovvero che alla fine del secolo scorso i direttori dei maggiori quotidiani italiani, Corriere della Sera, Repubblica e Stampa, a una certa ora della sera si sentivano telefonicamente per concordare che notizie mettere in prima pagina e con quale taglio. Un esempio vergognoso da non replicare, tantomeno con i magistrati delle Procure più potenti d’Italia.

GALEOTTO FU IL CURRICULUM

La cosiddetta Seconda Repubblica si chiude con la falsa laurea del ministro (“più meglio”) all’Istruzione, Valeria Fedeli; e la presunta Terza Repubblica si apre col finto master americano di Rocco Casalino, il capo della comunicazione del M5s. L’ex concorrente del Grande Fratello, nel suo curriculum, vantava il diploma di un master preso alla Shenandoah University della Virginia (Usa). Peccato che qualcuno abbia scoperto che quel master non esiste e Casalino (“onestà! onestà!”) ha seguito le orme di Scaloja dicendo che quel master era stato inserito nel suo curriculum a sua insaputa. Com’è piccolo il mondo: ognuno dice le stesse cavolate degli altri.

Ma c’è di più. La presunta Seconda Repubblica (secondo i grillini) si chiude con la notizia che l’ex sindacalista e ora per fortuna anche ex ministro Valeria Fedeli (ancora lei?!?) risulta essere il ministro con il reddito più alto del governo Gentiloni (182mila euro); e la presunta Terza Repubblica si apre con Beppe Grillo come il leader politico più ricco: 420mila euro dichiarati, sei volte più dell’anno precedente e circa quattro volte quello di Matteo Renzi. Si vede che è finita un’epoca e ne è iniziata un’altra. Solo i contribuenti italiani prendono sempre le stesse magre cifre sempre più decurtate da nuovi balzelli (sempre che non perdano il lavoro).

STOP ALLA FESTA DEL PAPA’

A Milano un asilo ha abolito la Festa del Papà “per non offendere i genitori gay”. Quindi niente letterine o piccoli lavoretti da preparare come dono al papà. A parte il fatto che vorrei sapere quanti bambini in quella scuola hanno il papà gay… vorrei saper perché mai ‘sto gay dovrebbe prendersela se il figlio lo festeggia. Esemplare l’atteggiamento del Comune “rosso” meneghino. L’assessore all’Educazione ha dichiarato: “E’ una scelta autonoma delle educatrici”. EDUCATRICI ???

Antonio Biella

Gianfranco Maffucci

Sottufficiale Marina Militare in pensione- fondatore associazione culturale Delfino Blu (1996), promotore per 8 anni consecutivi Premio Città di Taranto, premio rivolto ad artisti, pittori scultori, artigiani, fotografi, provenienti da diversi paesi esteri, premi di poesie. Mostre d’arte varia. Cofondatore blog Blufree. Appassionato da ragazzo di fotografia. Aderisce da anni ad una associazione di Templari (solidarietà e beneficenza)