40 anni fa ci lasciava il grande Iaco

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Non aveva nemmeno 26 anni quando una morte assurda lo strappò alla famiglia ed alla città che lo amava, che lo aveva eletto suo beniamino.

In tanti ricordano quella tragica notte. in cui il giovane calciatore perse la vita, stroncando sul nascere una carriera che si preannunciava strepitosa, Lo ricordiamo quando prima di entrare in campo, per abitudine saltellava per riscaldare i muscoli, si strofinava le mani addosso per il freddo, scuoteva la testa piena di riccioli.

Non era alto, ma il suo pezzo forte era il colpo di testa, andava in elevazione ed era implacabile, ad ogni suo gol avvicinava la sua squadra, la città, alla serie A,.

Quella sera dopo la partita, la squadra si ritrovò al ristorante la Masseria, lui non voleva andarci, era nervoso. Quel giorno non aveva segnato, la partita fini in pari, ma per non deludere i compagni ci andò comunque.

Al ritorno un bolide lo centro in pieno, a velocità sostenuta e si portò via la vita di Iaco (come tutti lo chiamavano) idolo di una città che lo aveva eletto re.

Ma il suo ricordo è vivo, il suo ricordo resterà per sempre, come la statua (di Francesco Trani) che troneggia all’ingresso della curva nord.

L’allora presidente del Taranto, Giovanni Fico cambiò il nome dello stadio da “Salinella” a “Erasmo Iacovone”, a volte sembra di sentire ancora la curva che lo acclama, Iaco…..Iaco …….Iacovone

Gianfranco Maffucci

Gianfranco Maffucci

Sottufficiale Marina Militare in pensione- fondatore associazione culturale Delfino Blu (1996), promotore per 8 anni consecutivi Premio Città di Taranto, premio rivolto ad artisti, pittori scultori, artigiani, fotografi, provenienti da diversi paesi esteri, premi di poesie. Mostre d’arte varia. Cofondatore blog Blufree. Appassionato da ragazzo di fotografia. Aderisce da anni ad una associazione di Templari (solidarietà e beneficenza)