“L’uso dell’acqua affinata dagli impianti di depurazione sia deciso dai cittadini di Taranto”

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Aperta la questione sull’impianto di Taranto Gennarini, con le acque affinate che sarebbero destinate all’ex Ilva. L’intervento del consigliere comunale Dante Capriulo

E’ tornato di attualità in questi giorni il quasi trentennale progetto che prevede il completamento del progetto dell’utilizzo industriale dell’ex Ilva delle acque reflue di Taranto. L’intervento consiste nella realizzazione di un impianto di ultra-affinamento delle acque reflue civili trattate nell’impianto di depurazione di Taranto Gennarini Bellavista e della raccolta delle stesse fino all’area dello stabilimento siderurgico tarantino.

Sull’argomento è intervenuto il consigliere comunale Dante Capriulo: “A gennaio, prima che scoppiasse l’emergenza covid, si è svolta una conferenza dei servizi a Bari che ha definito gli interventi che devono essere fatti sull’impianto di depurazione Taranto Gennarini, che copre gran parte della città e che ha una condotta che, purtroppo, conclude il suo percorso a mare a Lido Bruno, e quello Bellavista, nella zona industriale. A questa riunione ha partecipato la Regione Puglia, l’Aqp, il Consorzio Stornara e Tara ed il Comune di Taranto e tra i rappresentanti di quest’ultimo c’ero anche io. Si sono definiti importanti investimenti per rifare completamente Gennarini, prevedendo 35 milioni di euro, e Bellavista con 25 milioni di euro, più svariati milioni per le reti di collegamento. Con un programma di investimenti complessivi che sfiora i 100 milioni di €uro.

Questi importanti investimenti non possono essere quasi vanificati perché l’Ilva deve ‘mangiarsi’ tutto come spesso accade, anzi è necessario usarli per mitigare gli effetti sull’ambiente, ad esempio non sversando più le acque a mare ma utilizzandola anche per altri fini, tra questi quelli irrigui agricoli.

“Dovrebbe essere i cittadini di Taranto a dover decidere l’utilizzo di queste acque affinate – sottolinea Capriulo – perché pagano il costo di depurazione sulla propria bolletta. Non è accettabile decidere sulla nostra testa, sacrificando tutto l’investimento solo per un mai realizzato uso dell’ex ILVA, con impianti invasivi e pericolosi per l’ambiente, ma è necessario utilizzarla anche a beneficio diretto della città, come quella a fini irrigui e agroalimentari, verso una nuova filiera produttiva ambientalmente sostenibile: sarebbe una straordinaria opportunità e io continuerò a portare avanti questa battaglia”.