CNR: DROGATE GLI ITALIANI XENOFOBI

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Sembrava una notizia falsa, diffusa per burla, invece (ahinoi!) era vera, verissima. Un tale Gilberto Corbellini, direttore  del dipartimento di scienze umane e sociali del Cnr (Centro nazionale ricerche, creato dal fascismo nel 1923 nell’interesse della Nazione), quindi non un micio-micio qualsiasi, si è permesso il lusso di affermare in un articolo che la xenofobia e addirittura il razzismo (a suo dire) presenti fra gli italiani, andrebbero curati con l’ossitocina, una droga. L’eminente direttore scienziato, pagato come tanti – troppi –  coi nostri soldi, vorrebbe drogare quegli italiani che semplicemente  guardano con simpatia il freno agli sbarchi imposto dall’orco” Salvini”. Nell’Unione sovietica si riteneva che solo un pazzo potesse opporsi al “paradiso comunista”: per questo motivo, i comunisti “ricoveravano” i dissidenti-pazzi  nei gulag. O guarivano o (più facilmente) morivano.

Qualcuno si è preso la briga di segnalare che il Cnr ha ben 8.400 dipendenti che  costano all’anno 855 milioni ma producono ben poca cosa: appena 50 brevetti. Non sarebbe il caso di fare il test antidroga al Cnr?

L’ONNIPOTENZA DI SAVIANO

Facciamo a chi grida più forte? L’impegnatissimo (a darsi notorietà = fare soldi) scrittore di sinistra Saviano, sentendosi ormai “untouchable”, ha definito il nemico pubblico numero uno dei sinistri, alias Matteo Salvini, come “il ministro della malavita”. Salvini, a questo punto, lo ha querelato e l’ha fatto con la carta intestata del Ministero dell’Interno, a significare – secondo me giustamente – che oltre a essere diffamata la persona,  veniva diffamata l’istituzione. E Saviano che fa? Controreplica chiamando ancora una volta Salvini “ministro della malavita”; adombrando un fosco “Dietro l’angolo  c’è la Russia di Putin” (così ridicolo da non meritare neanche la denuncia per il reato di procurato allarme); chiamando pateticamente a raccolta tutti gli scrittori fighetti di sinistra con un “Non l’ho mai fatto, ma vi chiedo di essere con me in questa battaglia”. Si attendono le solite ipocrite firme all’appello. Io mi prenoto a firmare per Salvini, anche se non è il mio leader politico. E basta mo’!

DOCENTI AGGREDITI? ANCHE NEL 1884

In un brillante articolo sulla rivista monarchica Opinioni Nuove, Angela Maria Alberton racconta  di un caso di aggressione di un docente avvenuto nel lontano 1884 al liceo Pigafetta di Vicenza. Mentre erano in corso gli esami di riparazione, il prof. Dabalà scopre che un alunno, Luigi Pasqualigo, sta copiando da un libretto inserito nel vocabolario. Il vocabolario viene sequestrato e l’irregolarità segnalata. Appreso del fatto, il padre dello studente, l’ex deputato della Corona d’Italia, Francesco Pasqualigo, si reca dal preside perché non si dia corso alla “piccola mancanza”. Ma il prof. Dabalà è un osso duro. La mattina seguente, l’ex onorevole cerca il docente con intenzioni non proprio pacifiche: prima insulta il preside, poi va a caccia del professore. Questi, con altri docenti, si chiude dall’interno, ma il molto ex onorevole sfonda la porta con un calcio ed entra brandendo il bastone. Dabalà l’affronta e lo respinge con uno spintone: per poco i due non vengono alle mani, ma gli insulti dell’ex onorevole contro tutti i docenti – e perfino contro il Regno d’Italia – si sprecano.

Tre settimane dopo, Pasqualigo padre viene processato per oltraggio dal Tribunale di Vicenza. Come finì? Il violento ma potente ex onorevole fu assolto in quattro e quattr’otto perché “provocato dal comportamento esasperante del preside e del docente”; e i docenti insultati finirono loro sul banco degli imputati.

Morale della storia? A vostro piacere. Io ne suggerisco tre. Morale 1- questo è un Paese perso in partenza; morale 2 – vale il vecchio detto napoletano: è meglio cumannà ca fòttere; morale n.3 – il vero superpotere italiano è stato, è e sempre sarà la magistratura.

SEI  PECORE IN DIVIETO DI SOSTA: MULTA

Vicino ad Arezzo, un pastore è stato multato dai carabinieri forestali perché sei pecore del suo gregge erano in “divieto di sosta” su una strada. Già i poveri carabinieri erano oggetto di interi libri di barzellette: ci mancavano solo gli ex forestali che ora possono fregiarsi anch’essi dell’appartenenza alla Benemerita!

Antonio Biella