Ilva, Perrini (FDit-NcI): lo stabilimento è vecchio, sicurezza deve diventare una priorità

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Come mia consuetudine rispetto sempre il lutto. Lo faccio per la famiglia e per me stesso, perché il silenzio mi dà la possibilità di riflettere.

Ho lavorato per sette anni in Ilva. Ho lavorato per una ditta dell’appalto e conosco molto bene i reparti. Io ho avuto il coraggio di licenziarmi, guidato forse più dall’incoscienza. Ho aperto un’attività per conto mio, probabilmente perché non è nella mia natura stare alle dipendenze di qualcuno. Sono andato via sì, ma non rinnego gli anni trascorsi a lavorare in acciaieria, perché il lavoro nobilita sempre l’uomo. Sono passati vent’anni da quando ho lasciato l’Ilva, e devo dire con onestà che ai miei tempi non c’era tutto il degrado che si vede oggi: reparti insicuri a tal punto da avere persino paura ad entrarci, e pochissima manutenzione.  Questa è la dimostrazione che i soldi per la custodia degli impianti, o non sono stati spesi, o sono stati spesi malissimo.

Ora che sono nelle istituzioni, mi rendo conto che lo stabilimento è vecchio, in condizioni pessime e che così non si può andare avanti. In giro per il mondo ci sono centri siderurgici molto più avanzati del nostro. L’ho detto in piò occasioni che chiudere l’Ilva non è al momento una strada percorribile. E ci tengo a sottolineare che io non ho nessun interesse in Ilva, quindi potrei sorvolare su alcuni temi, e pensare solo alla salvaguardia della salute. E invece no, questa vertenza va guardata con onestà e lucidità. E proprio perché sono lucido quando parlo vi dico anche che lasciarla così com’è, è da folli.

La fabbrica va messa a norma e in sicurezza, riconvertita, e va trovato un equilibrio tra diritto al lavoro e diritto alla vita. Impossibile? Ripeto altrove è stato fatto. Quando poi rifletto sulle ditte dell’indotto, che vengono pagate male e a singhiozzi, e di conseguenza non possono sempre garantire il salario ai loro dipendenti, mi domando come facciano queste persone a restare serene e a continuare a lavorare con tutta l’incertezza che vivono nel quotidiano.

Dentro la vertenza Ilva, ci sono tante piccole vertenze, ognuna con un suo peso specifico. E tutte meritano di avere attenzione e soluzione.

Gianfranco Maffucci

Sottufficiale Marina Militare in pensione- fondatore associazione culturale Delfino Blu (1996), promotore per 8 anni consecutivi Premio Città di Taranto, premio rivolto ad artisti, pittori scultori, artigiani, fotografi, provenienti da diversi paesi esteri, premi di poesie. Mostre d’arte varia. Cofondatore blog Blufree. Appassionato da ragazzo di fotografia. Aderisce da anni ad una associazione di Templari (solidarietà e beneficenza)